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lorellasavazzi

MANGYSTAU LA TERRA DELLE MERAVIGLIE


Quando ho visto la prima volta la foto di questo posto, ho pensato: ma davvero esiste?

Devo assolutamente andarci!

Bene, per tanto che abbia guardato foto e video su internet, per tanto che mi sia caricata nell'attesa tanto che speravo non fosse poi una delusione,

quando sono stata lì, i miei occhi si sono connessi con il cuore ed ho pianto.

Sì, perchè la troppa bellezza mi commuove sempre e mi fa piangere di un sentimento forte, una mescolanza tra la gioia della fortuna di gustarla e la malinconia del fatto che dovrò distaccarmene.

Ma tutta la regione del Mangystau ha qualcosa di particolare, i suoi paesaggi hanno una potenza d'impatto visivo incredibile e ti sembra quasi di non essere neanche sulla terra. Inoltre il fatto che sia per lo più disabitata o con pochissime strutture, e dovendo così dormire in tenda, c'è un contatto totale con la natura e la sua energia. Infatti i tour di più giorni prevedono per l'appunto di girare in jeep 4x4 con autista e di dormire in tenda. Siamo (io, mio marito ed un amico) arrivati al mattino presto ad Aktau, la capitale della regione e qui abbiamo sostato la giornata per prenderci un pò di pausa dal viaggio aereo e perchè il tour privato che avevo prenotato era previsto per il giorno successivo.

Abbiamo quindi girovagato piacevolmente per il bel lungomare costellato di statue e bronzi affacciato sul mar Caspio, sapendo che il resto della città è moderna e molto anonima.

La giornata ci ha comunque riservato una bella sorpresa, in quanto stavamo cercando una caffetteria aperta per bere e mangiare qualcosa quando abbiamo visto delle tende yurta montate davanti ad una casa, con un profumo di cibo che arrivava e con della gente vestita a festa. Avvicinandoci per vedere cosa ci fosse, siamo stati invitati ad entrare ed a mangiare e bere insieme a loro, con una accoglienza a cui noi non siamo tanto abituati. Lì la padrona di casa ci ha detto: "Questa è la commemorazione di mia mamma con parenti ed amici e che nella tradizione si fa a sette giorni dalla morte. Lei aveva una adorazione straordinaria per l'Italia, io sono venuta una volta ma lei purtroppo non ha mai avuto l'occasione di andarci. Sembra quasi che vi abbia chiamato lei qui ad onorarla. Per noi è un piacere ospitarvi e dividere il cibo con voi" Non vi dico l'emozione che traspariva dagli occhi della figlia mentre ci diceva questo ed anche per me sentire queste parole. Il banchetto aveva tutte le pietanze della cucina locale, con ogni tipo di carne (tranne il maiale) arrostita o bollita ed accompagnata con il riso, dolcetti fatti in casa oltre alla frutta secca come datteri prugne uvetta, insomma una meraviglia per il palato ed un esperienza che ricorderò sicuramente.

Il mattino seguente è iniziato il tour; io avevo contattato una agenzia di Almaty che ci ha dato Anton, una guida fantastica ed autista davvero esperto. Ci siamo quindi diretti nel punto più lontano del giro a Karunzharyk e riuscendo ad arrivare lì un pò prima del tramonto.

Cosa dire, eravamo solo noi quattro persone davanti all'immensità di questo lago salato, con queste colline solitarie che dominavano la scena, ed il silenzio profondo rotto solo dal vento. Cena buonissima di pollo alla griglia con verdure preparata da Anton, con una serata passata chiaccherando sotto le stelle e dormendo poi nelle tende a strapiombo su questo paesaggio che sembrava di un altro pianeta.

Al mattino ci ha svegliato un'alba con il sole che piano piano ha illuminato di rosa le colline di fronte a noi e regalandoci uno spettacolo tenue e delicato. Ripartenza e, sempre in tracciati fuoristrada siamo arrivati a Bokty Mountaniers, la montagna simbolo del paese e stampata anche sulla moneta da 1000 e lì vicino c'è Kyzylkup detto anche Tiramisù (nominato da un italiano così ed adesso conosciuto con questo nome) dove è stato emozionante passeggiare sulle sinuose curve colorate di queste montagne. Poi abbiamo ripreso la strada attraversando per pochi kilometri l'unica statale che taglia la zona in due, e fermandoci a bordo strada per fare uno spuntino, vediamo che si ferma dall'altro lato della strada una jeep con una cartina stampata sul finestrino dietro ed un adesivo dell'Italia, al che urliamo: ciao Italia! E scopriamo che nella jeep ci sono due pensionati bergamaschi che dall'Italia sono andati fino al Pamir e da li stanno tornando, così li invitiamo a seguirci per visitare insieme la famosa depressione di Bozjyra nella riserva naturale di Ustyurt.

Ebbene, quando arrivi dall'alto ti si presenta uno spettacolo che ti toglie il fiato.

L'impatto della vastità del posto, di queste guglie con le sfumature che vanno dal crema al bianco e che si stagliano sulla piattissima pianura, sono di una bellezza incredibile, non ti stanchi di immergere il tuo sguardo in questo panorama, ed ancora oggi a distanza di un mese mi prende la nostalgia, sento la mancanza di perdermi in questa bellezza.

Con Anton abbiamo visitato diversi punti panoramici dall'alto e poi siamo andati giù, dove abbiamo pernottato in un posto fantastico ai piedi delle Zanne (le due montagne così chiamate per la loro forma) con l'accampamento delle due jeep.

Anton ci ha stupito cucinando in una pentola a pressione afgana, una buonissima zuppa di storione e riscaldandoci con questa minestra calda, abbiamo ascoltato alcuni racconti degli amici italiani nella loro bellissima avventura attraverso gli Stan. Con la luce della luna e all'ombra delle Zanne, sotto una notte stellata ma ventosa, abbiamo dormito nelle nostre tende.

Il giorno dopo abbiamo girato ancora un pò per questa fantastica vallata e poi ci siamo diretti a Tuzbaiyr salt marsh, un altro luogo che ha un forte impatto emotivo.

Un grandissimo lago salato che in quei giorni era asciutto e ci si poteva camminare sopra,

con uno strato bianco cristallino di sale e circondato da scogliere bianche che con curve dolci si appoggiano sulla linea piatta del lago, con la luna che sorgeva dal lato opposto del sole che scendeva ed il silenzio assoluto, insomma il Mangystau ci ha regalato ancora un tramonto bellissimo e ricco di tante emozioni.

All'indomani abbiamo proseguito per altre vallate e formazioni rocciose sempre molto belle,

ma un'altra cosa che mi ha piacevolmente impressionato è che, in queste lande sconfinate, lontano da qualsiasi centro abitato, ogni tanto si trovano delle moschee antiche sotteranee, come Shakpak ata o Sultan Epe e che abbiamo visitato. Queste sono state scavate nella roccia centinaia di anni fa da o in onore di persone mistiche islamiche e, come per molte nostre chiese, la sensazione che ho avuto, sarà per i posti dove sono costruite, sarà perchè essendo luoghi di preghiera c'è molto rispetto delle persone che vengono qui, sono luoghi come avvolti da un'aurea mistica con molta energia anche perchè non sono monumenti ma utilizzati ancora dai fedeli per la preghiera. Un' altro segno di grande accoglienza di questo popolo è il fatto che ci sono delle scritte all'ingresso dove è consentito a tutti di entrare a visitarle, ed anche dimostrato dal fatto che incrociando un anziano che stava uscendo, questo ha stretto le mie mani tra le sue facendomi un augurio nella sua lingua, dandomi una forte emozione ed un sentimento di unione nella diversità. E' stato di una settimana il nostro soggiorno in Mangystau, ma mi è sembrato molto più lungo perchè intenso per le cose viste e per le emozioni provate, insomma una regione ancora vera e che ti rimane dentro con la voglia di ritornare.



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